Le religioni, nel panorama contemporaneo, trovano spesso resistenza nell’affermare la propria unicità. Tra tutte, il cristianesimo ha una peculiarità che lo distingue nettamente: Gesù Cristo ha proclamato, senza mezzi termini, «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,1-6). Questa dichiarazione esclusiva ha alimentato dibattiti nel corso dei secoli. Ma cosa accadrebbe se altre grandi religioni del mondo, come Islam, Buddhismo e Induismo, fossero sottoposte alla stessa rigorosa indagine storico-critica cui è stato sottoposto il cristianesimo?
Uno studio condotto dal filosofo Gary Habermas e dal teologo Benjamin CF Shaw offre un’analisi approfondita delle fonti storiche delle principali religioni non cristiane. I risultati, come vedremo, mettono in evidenza notevoli difficoltà nel confermare la storicità delle loro fondamenta.
Buddhismo e la questione della storicità del Buddha
Il Buddhismo si fonda sull’insegnamento del Buddha, ma la stessa esistenza storica del fondatore è oggetto di grandi incertezze. Secondo lo storico James Ketelaar dell’Università di Chicago, le prime fonti relative alla nascita di Buddha mostrano una discordanza temporale di oltre 2000 anni. Questo significa che affermare con precisione quando il Buddha sia nato è un’impresa quasi impossibile.
Edward Conze, studioso del Buddhismo, ha inoltre sottolineato che gli scritti principali attribuiti al Buddha risalgono a 600-900 anni dopo la sua morte. In assenza di criteri oggettivi per isolare gli insegnamenti autentici, si apre un dibattito su quali testi possano davvero essere considerati originari.
Ecco come lo stesso Conze sintetizza il problema:
«Non abbiamo alcun criterio oggettivo che ci consente di isolare il testo originale. Tutti i tentativi di trovarlo si basano su una semplice supposizione».
Questo significa che non solo la figura del Buddha storico è scarsamente documentata, ma anche i suoi insegnamenti originali potrebbero essere irriconoscibili nei testi attuali.
Induismo e le origini di Krishna
Passando all’Induismo, una figura centrale è Krishna, considerato il dio dell’amore e della gioia. Tuttavia, molti studiosi mettono in dubbio l’esistenza storica di Krishna, considerandolo un simbolo poetico o un personaggio minore elevato a divinità.
Nel Bhagavadgītā, uno dei testi sacri dell’induismo, si narra che Krishna visse intorno al 3000 a.C. Tuttavia, le prime fonti storiche che lo menzionano risalgono al XII secolo d.C., ovvero circa 4100 anni dopo il periodo indicato dalla tradizione.
Come ha osservato lo scrittore indiano Nirad C. Chaudhuri, nessuno dei testi induisti esistenti può essere datato con precisione prima del XII secolo. Questo enorme intervallo temporale rende estremamente difficile distinguere tra mito e realtà storica, aprendo ulteriori interrogativi sull’autenticità degli insegnamenti attribuiti a Krishna.
Islam e il Corano: quanto è affidabile storicamente?
L’Islam attribuisce al Corano una natura unica: si ritiene che sia stato dettato da Dio direttamente a Maometto, parola per parola. Ma quanto sono affidabili le fonti storiche relative alla sua compilazione?
Secondo la tradizione, Maometto predicò e recitò il contenuto del Corano, che venne poi trascritto dai suoi seguaci su materiali come foglie di palma e pietre. Tuttavia, il Corano venne consolidato in un libro solo dopo la morte di Maometto nel 632 d.C., durante il califfato di Abu Bakr.
Uno dei problemi principali riguarda la datazione delle copie più antiche. Il manoscritto di Birmingham, scoperto nel 2015, sembra risalire al periodo di Maometto, ma presenta discrepanze. Secondo Keith Small, esperto del Corano, il testo potrebbe essere stato modellato a partire da materiali precedenti, cristiani e giudaici, per adattarsi agli scopi politici e teologici di Maometto e dei suoi seguaci.
Lo storico britannico Tom Holland ha inoltre evidenziato che il Corano fa riferimento a contesti agricoli e geografici che non corrispondono alla Mecca del VI secolo, alimentando il dibattito sull’effettiva origine del testo.
Cristianesimo: un confronto storico
In netto contrasto con le difficoltà di Buddhismo, Induismo e Islam, il cristianesimo presenta fonti storiche straordinariamente documentate. I Vangeli, che rappresentano le principali testimonianze sulla vita e gli insegnamenti di Gesù Cristo, risalgono a 20-60 anni dopo la sua morte, con alcune tradizioni che possono essere datate al 35 d.C.
Secondo Bart D. Ehrman, studioso scettico del Nuovo Testamento, i testi cristiani sono sufficientemente documentati per consentire una ricostruzione ragionevolmente accurata delle parole originali di Gesù. Questo livello di precisione, unico nel panorama religioso, rafforza l’attendibilità storica del cristianesimo.
Un “raggio di verità” in tutte le religioni
Nonostante le difficoltà storiche delle religioni non cristiane, è importante ricordare quanto affermato dal Concilio Vaticano II: ogni religione riflette un “raggio di verità” che illumina gli uomini.
Tuttavia, sottoporre le fonti delle diverse religioni alla stessa analisi storico-critica cui è stato sottoposto il cristianesimo evidenzia una differenza significativa: la solidità storica del cristianesimo è difficilmente eguagliabile.
Conclusioni: cosa rimane alla prova della storia?
L’analisi delle fonti storiche delle principali religioni non cristiane mette in luce difficoltà che spaziano dalla mancanza di documentazione originale (Buddhismo e Induismo) a discrepanze nella trasmissione del testo (Islam).
Il cristianesimo, invece, resiste a secoli di indagini critiche, grazie alla ricchezza e alla solidità delle sue fonti. Questo non significa negare il valore delle altre tradizioni religiose, ma sottolinea quanto sia importante un’analisi rigorosa e imparziale per comprendere le basi storiche delle diverse fedi.
Fonte: UCCR